IL DESTINO DI POLLENZO DA CARLO A CARLO DUE SECOLI DI VISIONI - DAL SOGNO AGRICOLO DI RE CARLO ALBERTO DI SAVOIA ALLA RIVOLUZIONE GASTRONOMICA DI CARLO PETRINI FONDATORE DI SLOW FOOD
- ROMEO FERRERO

- 22 set
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 23 set

C’è un filo invisibile che lega due uomini separati da oltre un secolo e mezzo: Carlo Alberto di Savoia e Carlo Petrini. Due visioni diverse, due epoche lontane, ma un unico luogo simbolico: Pollenzo, la piccola frazione di Bra che nel tempo è diventata crocevia di innovazione e cultura; da residenza Sabauda a capitale del gusto.
Carlo Alberto: la residenza agricola del re riformatore. Quando Carlo Alberto, nel XIX secolo, decise di trasformare l’antica tenuta romana di Pollenzo in una residenza neogotica di grande fascino, non volle solo un rifugio di piacere. Il suo progetto era ambizioso: fare della campagna un laboratorio agricolo all’avanguardia. Le vigne, i poderi, gli allevamenti, gli esperimenti agronomici e le cascine diventavano strumenti di modernizzazione, anticipando una concezione nuova del rapporto fra regno, agricoltura e progresso sociale. Pollenzo era il cuore pulsante di questa visione fare del Piemonte non solo un Regno militare ed ammministrativo ma anche un laboratorio agricolo e sociale.
Carlo Petrini: l’università del cibo. Oggi, a distanza di 150 anni, a raccogliere idealmente quel testimone è Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, che ha voluto trasformare l'antica residenza Sabauda in un laboratorio di civiltà, inaugurando nel 2004 proprio a Pollenzo l’Università di Scienze Gastronomiche. Lì dove il re coltivava innovazione agricola, Petrini ha coltivato innovazione culturale: un campus internazionale che studia il cibo come identità, economia, ambiente e futuro.
Due visioni, un'unica eredità. Il parallelo fra i due Carli non è soltanto nominale. Entrambi hanno visto in Pollenzo un centro propulsore di modernità, in grado di guardare al futuro partendo dalle radici. Carlo Alberto volle un'agricoltura al passo con i tempi; Carlo Petrini ha voluto un sapere gastronomico al passo con le sfide globali. Se per il primo l'agricoltura era strumento di progresso e sociale, per il secondo la cultura del cibo è chiave per uno sviluppo sostenibile, giusto e consapevole.

Pollenzo come laboratorio di civiltà. Il parallelo è affascinante. Carlo Alberto vedeva nella terra una leva di sviluppo per il suo regno; Carlo Petrini vede nel cibo un linguaggio universale per costruire un mondo più sostenibile e giusto. Due progetti, due secoli, ma la stessa ambizione: fare di Pollenzo un laboratorio di civiltà.
Così la storia si ripete, ma con nuove parole. Lì dove un sovrano illuminato sperimentava agricoltura, oggi un intellettuale visionario sperimenta cultura gastronomica. E, in entrambi i casi, da un piccolo borgo delle Langhe è partita una rivoluzione capace di parlare all’Europa e al mondo.

Fondata nel 2004 su iniziativa di Slow Food, l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo (UNISG) è il primo ateneo al mondo interamente dedicato allo studio interdisciplinare del cibo. Dinamica e fortemente internazionale, l’UNISG accoglie una comunità studentesca eterogenea, con oltre 100 Paesi rappresentati nei suoi oltre vent’anni di attività. Questa diversità di esperienze, culture e opportunità è il tratto distintivo dell’ateneo, rendendolo un unicum nel panorama accademico, non solo italiano. L’originalità della sua offerta formativa attira studenti da tutto il mondo, affascinati da un percorso che integra studio, pratica e viaggi didattici. Questo approccio innovativo fornisce una visione globale sui sistemi alimentari, passati e presenti, e valorizza la ricchezza delle diversità culturali. A Pollenzo prende forma una figura professionale unica: il gastronomo o food specialist. Esperto nella conoscenza, promozione e valorizzazione della diversità alimentare, il suo ruolo è fondamentale per guidare l’innovazione del settore e favorire la transizione verso sistemi alimentari più sostenibili dal punto di vista ambientale, sociale ed economico. Specialisti in sovranità alimentare, questi professionisti contribuiscono alla costruzione di modelli partecipativi e culturalmente consapevoli, capaci di affrontare le sfide future del cibo.

L’offerta didattica: Due corsi di laurea
Laurea triennale in Scienze e Culture Gastronomiche (in inglese e italiano)
Laurea Magistrale in Food Industry Management (in inglese)
Master
Master of New Food Thinking (in inglese)
Master in World Food Studies (in inglese)
Master in Food Communication & Marketing (in inglese)
Master in Agroecology and Food Sovereignty (in inglese)
Hybrid Master in Local Food Policy (in inglese)
Executive Master in Cultura e Management del Vino (in italiano)
Executive Master in Circular Economy for Food (in italiano)
Il Foundation Year è un corso per studenti che non hanno completato 12 anni di istruzione e/o soddisfano altri requisiti specifici per l'iscrizione a un corso di laurea in un'università italiana, come ad esempio gli studenti americani.
Dottorato di ricerca interateneo in “Ecogastronomia, Scienze e Culture del cibo”, con l’Università degli Studi di Torino.
Training&Experience – UNISG offre, a professionisti del settore F&B e tutti gli appassionati, esperienze formative progettate ‘su misura’, in linea con gli obiettivi dell’azienda o con gli interessi personali dei partecipanti, guidate da docenti ed esperti dell’ateneo.
Dall'anno accademico 2026 ci sarà un nuovo corso di laurea triennale: Laurea Triennale in Food Tech for Ecological Transition, un corso interdisciplinare che unisce studi sul cibo, tecnologia e scienze umane , erogato in inglese in collaborazione con Politecnico di Torino, e un nuovo corso di laurea magistrale, Laurea Magistrale in Food and Planetary Health, in collaborazione con il Campus Venlo della Maastricht University e l’Università di Torino.




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