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MONTE-CARLO, CAMPOROSSO, COSTA AZZURRA VI SETTIMANA DELLA CUCINA ITALIANA NEL MONDO

Aggiornamento: 9 lug 2022

MONTE-CARLO: AL CAFE' DE PARIS L’APERITIVO E' CON IL BARBAGIUAN.


A CAMPOROSSO (IM) - I VOLONTARI ANTICENDIO E PROTEZIONE CIVILE, OGNI ANNO, LA TERZA DOMENICA DI SETTEMBRE ORGANIZZANO UNA SAGRA PER LA FESTA DELL’ ADDOLORATA


Un vasto territorio da Cannes a Sanremo con una tradizione culinaria in comune: un agnolotto fritto.


Les meilleurs barbagiuans de Monaco, le barbajuan, ce ravioli monégasque. Barbagiuan: Petit beignet ou friand frit, farci de feuilles de blettes et de riz. Il existe une version niçoise des barbagiuans à base de courge rouge. Barbagiuan en langue monégasque veut dire " Oncle Jean “. Il Barbagiuan è nato nel Principato di Monaco? La più probabile origine di questa ricetta sarebbe la città di Castellar vicino a Mentone. Anche i Nizzardi rivendicano il Barbagiuan come originario della Contea di Nizza, eppure questa paternità è sicuramente da condividere con Camporosso, Comune della riviera ligure, e della val Nervia dove viene comunemente chiamato anche al plurale " i Barbagiuài ".


La terza domenica di settembre, grazie ai molti volontari Antincendio e Protezione Civile di Camporosso ed al panificio F.lli Lia, che prepara la pasta matta, si consuma la Sagra del Barbagiuai. L'origine della Sagra dei barbajuai è dell'anno 1965. L'allora presidente della Proloco di Camporosso Aldo Rigola chiese al suo amico ristoratore Gino Beglia di organizzare una cucina in piazza dove poter preparare e servire durante una giornata di festeggiamenti, i famosi fagottini di zucca fritti.


Il ristorante da Gino, all'epoca era molto rinomato, "2 stelle Michelin", contribuì a fare conoscere la località di Camporosso a molti turisti italiani prima, ed ai numerosi francesi e monegaschi che volevano conoscere ad assaporare le prelibatezze della tradizione ligure. Il suo successo fu un mix di intraprendenza, passione e innovazione che coinvolse l'intera famiglia. Quello che pochi sanno è che il fulcro di tutto ciò fu la moglie di Gino, la signora Giovanna la cui acutezza in cucina rese possibile tale successo.


In effetti il ristorante veniva un po' apostrofato dai locali come "altezzoso". Forse potrebbe essere stata questa la ragione per cui Gino acconsentì a fare qualcosa per i camporossini. Così in quell'anno tutto lo staff del Ristorante e i macchinari (tira pasta - padella per friggere e attrezzature varie) si trasferirono per la domenica della Festa dell' Addolorata nella piazzetta di Camporosso.


La sfoglia dei barbajuai (farina e acqua) ed il ripieno ( zucca locale, riso, uova, parmigiano, brusso e maggiorana) vennero preparati il giorno prima. Vennero allestiti lunghi banchi da lavoro su cui venivano adagiate le sfoglie di "pasta matta" e sopra, mucchietti di ripieno poi richiusi a fagottini, tagliati e tuffati nell'olio bollente.


La sagra divenne tipica di Camporosso. La famiglia Beglia la organizzò ancora per qualche anno e poi passò il testimone ai cittadini.


Il Barbagiuai é un prodotto tipico nella sua ricetta originale che, in quanto patrimonio gastronomico della città, l'Amministrazione di Camporosso la sta registrando come Deco. Ecco comunque la ricetta casereccia: Fare cuocere zucca o bietole (zucca per la versione invernale, bietole versione estiva) e scolare bene, fare asciugare bene. Fare cuocere i fagioli e togliere la buccia. Tritare finemente il prezzemolo, maggiorana, foglia di basilico. Mischiare tutto bene. Fare un soffritto di cipolla, un paio di spicchi d'aglio e un porro tritato. Quando è quasi cotto metterci il "brussu" a piacere e fare sciogliere intanto che termina di cuocere. Mettere insieme alla verdura tritata con tre uova, una manciata di formaggio grattugiato (se è pecorino, meglio), un pizzico di sale e pepe. Mischiare fin quando si capisce che verdura e Brussu e tutto il resto é ben amalgamato insieme con il riso cotto a parte preparare la sfoglia con farina, un uovo, un po' d'olio di oliva e un po' di sale. Prendere un cucchiaio da minestra e fare mucchietti di impasto sulla sfoglia. Avvolgere, fare il pizzico e tagliare con una rotella. Riempire per metà d'olio di semi una casseruola di terracotta. Quando l'olio frigge mettere i barbagiuài. Cotti da un lato, girarli per pochi minuti e sono pronti.


E per i famosi aperitivi oggi il barbagiuan è preparato anche in un piccolo formato per meglio gustarlo in un "sol-boccone" accompagnato da un buon bicchiere di freddo prosecco rosé. Romeo Ferrero (Turismo delle Radici)






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